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Trento, 14 maggio 2010
Non  risparmiare sulla prevenzione del tumore al seno.
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

E’ opinione generalmente condivisa nella comunità medica che il tumore al seno possa essere curato, con prognosi favorevole per la paziente, se viene individuato precocemente. Per tale ragione da circa vent’anni in Provincia di Trento sono state adottate misure abbastanza efficaci per individuare precocemente i casi di tumore al seno. La prevenzione si basa essenzialmente su uno screening su tutta la popolazione interessata (donne comprese nella fascia d’età fra i 50 e 69 anni) , alla quale viene offerta la possibilità di sottoporsi alla mammografia. I radiogrammi sono poi sottoposti all’esame presso la sede di Trento ed il referto viene inviato per posta alla paziente. Nei casi in cui vi fosse la necessità di approfondire l’esame la paziente viene richiamata per effettuare ulteriori accertamenti (visita senologica, ecografia, ecc.). Sono stati a suo tempo dotate di mammografo anche le sedi ospedaliere periferiche in modo da evitare alle pazienti defatiganti spostamenti, che avrebbero potuto disincentivare le donne dal sottoporsi all’esame. Si tratta delle sedi di Borgo, Cavalese, Rovereto, Arco e Tione.

Le pazienti che desiderano invece sottoporsi ad un esame completo possono, previa prenotazione, essere esaminate nelle stesse sedi eseguendo, oltre alla mammografia, la visita senologica l’ecografia ed altri approfondimenti necessari. In questi casi la paziente ha un contatto diretto con il medico che può immediatamente fornire tutte le informazioni del caso, con assoluta tempestività.

Quest’ultimo gruppo di pazienti – quelle forse più scrupolose per la propria salute o forse anche quelle che presentano concretamente rischi maggiori di avere un tumore al seno – potrebbero essere ora penalizzate da nuove disposizioni organizzative. Infatti viene meno la possibilità di eseguire una visita completa presso  le sedi periferiche di Arco Borgo Tione e Cavalese – dove si continuerebbe ad effettuare la sola radiografia (mammografia) – e sarebbero dunque costrette a recarsi a Trento (o Rovereto, ma solo 2-3 gg alla settimana) per la visita senologica, l’ecografia e la refertazione della mammografia.

E’ evidente che costringendo le donne delle Giudicarie, delle valli di Fiemme e Fassa, della Valsugana o del Basso Sarca ad un doppio accesso alla struttura sanitaria (ed il secondo solo nelle sedi di Trento e Rovereto) si aumentano i disagi e si rischia di disincentivare la prevenzione forse nella fascia di persone maggiormente esposte al rischio di sviluppare il tumore al seno.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere:

1. quali siano le ragioni che indurrebbero l’Azienda sanitaria ad adottare misure che sembrano andare in direzione contraria a quella di rendere sempre più efficace la prevenzione delle patologie più gravi e/o più invalidanti per le donne;

2. se non ritenga opportuno mantenere la modalità fin qui seguita per l’azione di prevenzione e diagnosi precoce del tumore al seno, garantendo visite senologiche e mammografia anche nelle sedi periferiche.

Cons. Roberto Bombarda

     

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